E’ “reato” scrivere che la P.S. picchia
RAGUSA, 16 mag – La serie delle denunzie per “vilipendio delle forze di polizia” contro giovani e studenti, continua. L’ultimo anello della lunga catena è il rinvio a giudizio di uno studente universitario di Vittoria, il ventitreenne Francesco Aiello al quale viene contestata una frase inserita in un brano pubblicato in un manifesto nel quale si esprime un giudizio sul comportamento della polizia, in occasione degli scontri tra studenti medi e forze dell’ordine avvenuti a Palermo nello scorso gennaio. La frase incriminata per la quale si è arrivati alla denunzia poliziesca e al rinvio a giudizio del giovane è “la polizia colpisce selvaggiamente gli studenti”.
La nuova grave iniziativa degli organi di polizia ripropone in termini di viva preoccupazione il problema dell’espressione del libero pensiero del singolo cittadino, così come è sancito dalla Costituzione pur restando – come in questo caso – nei limiti di un corretto dissenso.
D’altra parte, non è un caso che la polizia rivolge questo tipo di denunzie di chiaro intento intimidatorio solo a giovani e studenti mentre tutti gli organi di informazione, compresa la RAI-TV, quotidianamente riportano ampi giudizi, ben più aspramente critici, di parlamentari e personalità della cultura sui medesimi avvenimenti senza che peraltro ciò comporti denunzie di alcun genere.
Il giovane incriminato dovrà comparire il 16 giugno prossimo dinanzi ai giudici della Corte di Assise di Siracusa.
TOM