Ragusa. Dopo l'appello di FNSI e Ossigeno e la dichiarazione di Sonia Alfano

Riapre Sala Stampa Giovanni Spampinato

Spiegazioni e commenti

Ragusa, 7 maggio 2012 – All’interno del Palazzo della Provincia di Ragusa è stata riaperta la sala stampa inaugurata nel 1995 e intitolata alla memoria di Giovanni Spampinato, il giornalista assassinato a Ragusa il 27 ottobre 1972. La sala, che abbiamo visitato, è in fase di allestimento.

Era stato Ossigeno per l’Informazione a segnalare, lunedì 30 aprile, che la Sala Stampa dedicata al giovane cronista de L’Ora di Palermo era chiusa. Mercoledì aveva fatto seguito la protesta della FNSI e giovedì la richiesta di riaprirla dell’on. Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea. Dopo queste prese di posizione, il Presidente della Provincia di Ragusa, Franco Antoci, ha annunciato l’apertura immediata della Sala Stampa Spampinato e ha confermato l’impegno suo e della sua Amministrazione di onorare la memoria del giornalista di Ragusa.

Venerdì ho visitato la nuova sala stampa, che è ancora in fase di allestimento. E’ una piccola stanza a piano terra del grande Palazzo della Provincia. Sulla porta c’è una targa con il nome del giornalista a cui è dedicata. All’interno due scrivanie con due computer.

Gianni Molè è il capo ufficio stampa della Provincia, nonché segretario locale dell’Assostampa. Mi ha fatto visitare la sala senza nascondere di essere ancora risentito. “Non ho capito la polemica. C’è stato – mi ha detto – soltanto uno spostamento logistico della vecchia sala stampa dal secondo piano al piano terra. Questo cambiamento è stato fatto anche per rendere più fruibile la sala stampa, che era inutilizzata dai giornalisti. Io stesso, a febbraio, in un evento pubblico in ricordo di Giovanni Spampinato avevo preso l’impegno di riaprire presto la sala stampa. È stato fatto prima della segnalazione di Ossigeno”.

Eppure qualche mese fa fuori dalla porta non c’era più neanche la targa, nel luogo in cui doveva esserci la sala stampa. Come lo spiega? “Qualche dirigente – ha risposto Gianni Molé – l’avrà sostituita con un’altra targa, ma sicuramente non con l’intento di cancellare la memoria. Io ci tengo a dire che non c’è neanche lontanamente una volontà politica di voler cancellare la memoria di Giovanni Spampinato. Non c’é stata, infatti, manifestazione di commemorazione di Giovanni Spampinato alla quale la Provincia di Ragusa non abbia partecipato o aderito. Se la Provincia non avesse a cuore la memoria di Giovanni Spampinato in queste occasioni si nasconderebbe, e non lo ha fatto”.

Chiedo ad Alberto Spampinato: tu hai lamentato una mancanza di rispetto per la memoria di tuo fratello, che cosa ne pensi? “Apprezzo le parole con cui il presidente Antoci ha rinnovato l’impegno di ricordare la figura di mio fratello. Sono parole che mi fanno piacere e gli fanno onore. Quanto ai dirigenti che di loro iniziativa avrebbero staccato dalla porta la targa con la dedica a mio fratello, è un’ipotesi astratta e preferisco non commentarla. Ognuno dica ciò che vuole. Io non mi offendo, neppure se il presidente Antoci dice che ho fatto una polemica inopportuna. Per me le polemiche sono salutari se si rispettano le persone e se servono a sbloccare le cose. Ciò che conta sono i fatti”.

Ma adesso il problema Sala Stampa, per lei, è risolto? “Indubbiamente la Provincia ha fatto un passo avanti. Lunedì scorso, quando abbiamo fatto sapere che la sala stampa intitolata a Giovanni Spampinato era chiusa, le cose stavano proprio così: la sala stampa era chiusa, da moltissimo tempo, non da qualche mese come si vorrebbe far credere. Io stesso ne avevo parlato anni fa, proprio con il presidente. Ma guardiamo avanti. Adesso, da venerdì, c’è una sala stampa in via di riapertura. E’ un passo nella direzione giusta. La visiterò appena sarà pronta. Sono certo che non si pensa di risolvere la questione con due vecchi computer in una stanzetta e una targa sulla porta. Una sala stampa è qualcosa di più: un luogo attrezzato come si conviene, dotato dei servizi necessari al giorno d’oggi ai giornalisti per svolgere il loro lavoro, aperto negli orari giusti e accessibile anche a quei free lance che guadagnano due soldi. Sono loro che tirano la carretta dell’informazione anche se non riescono ad avere una iscrizione regolare all’Albo dei Giornalisti. Mio fratello Giovanni era proprio uno di loro. Anch’io sono stato per anni uno di loro e so bene quanto sia importante poter lavorare dentro una sala stampa attrezzata insieme ad altri colleghi”.

Giorgio Ruta per www.ossigenoinformazione.it