Motociclisti di tutta Italia nel catanese per ricordare i giornalisti uccisi dalle mafie e difendere la libertà di informazione e la legalità
Ragusa, 10 maggio 2010 – Un incontro per ravvivare la memoria e difendere la legalità. Questo, e altro, è stato il Motoraduno di Santa Venerina, organizzato da “Motoexplora Glub Italia” nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 maggio. Due giorni per non dimenticare chi ha pagato il prezzo più alto, perché fosse garantita a tutti la libertà di essere informati; due giorni per ricordare i giornalisti uccisi dalle varie mafie, perché delle varie mafie avevano parlato e scritto. Temi, luoghi e date scelte non a caso: Santa Venerina, dove riposa Maria Grazia Cutuli; la provincia di Catania, teatro operativo di Pippo Fava e dove lo stesso fu ucciso; le due date, 8 e 9 maggio, a cavallo delle quali fu ucciso Peppino Impastato. E poi il filo del ricordo che lega tutti quanti, quindi Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano. Il Motoraduno, quindi, come viaggio ideale verso la libertà , coniugata con la legalità, attraverso le vie della memoria e del ricordo di tutti i giornalisti che hanno sacrificato la propria vita per la libera informazione, nel tempo in cui gli occhi dei reporter si tenta di tenerli sempre più lontani dai luoghi dove avvengono i fatti, secondo un modello di giornalismo embeded, che non riguarda solo i fronti di guerra, ma sempre di più quelli della pace e dove sempre più spesso bisogna accontentarsi delle verità ufficiali, che informano poco per fare raccontare ancora meno.

FOTO 1 – Un momento del Motoraduno a Santa Venerina
Nell’ambito delle manifestazioni, uno dei momenti più significativi è stato quello dell’incontro tra gli studenti delle scuole medie superiori di Acireale e alcuni parenti dei giornalisti uccisi dalla mafia, fra cui Elena Fava – figlia di Pippo Fava; Massimo Francese, figlio di Mario Francese; Rosario Arcidiacono, cugino di Maria Grazia Cutuli. Hanno partecipato, inoltre, Giovanni Meli, Vice Presidente dell’Associazione Giovanni Spampinato nonché uno dei migliori amici del giornalista assassinato; Dario Montana – referente di Libera di Catania e fratello del commissario Beppe Montana, una delle tante vittime illustri della mafia; Antonello Marini , componente della scorta del Giudice Falcone, ancora vivo perché il giorno dell’attentato era stato assegnato alla scorta di un altro Giudice. Altrettanto importante è stata la partecipazione di Luciano Mirone, autore del libro “Gli Insabbiati – storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza”. L’incontro, ospitato dal Preside dell’Istituto Regina Elena, Alfio Mazzaglia, è stato organizzato da Peppe Pagano ed Enza Guglielmino e moderato dai giornalisti Silvia Ventimiglia e Walter Rizzo.

FOTO 2 – Consegna di una targa ricordo ai partecipanti all’incontro con gli studenti (a partire da sinistra): Silvia Ventimiglia, Peppe Pagano con la figlioletta, Alfio Mazzaglia, Luciano Mirone, Elena Fava, Massimo Francese, Giovanni Meli, Dario Montana, Walter Rizzo, Enza Guglielmino, Antonello Marini, Rosario Arcidiacono.