L’ing. Tumino negli ultimi anni aveva svolto una intensa attività di costruttore edile a Modica, innalzando tra gli altri un palazzo nel corso centrale. Tale attività gli fruttò denunce e rancori. E’ probabile che abbia pestato i piedi a qualcuno: a Modica opera una sorta di “mafia” che controlla vari settori, tra cui quello edile.
Nell’abitazione dell’ucciso, in via iacomo Matteotti 9, in mezzo a un gran disordine, è stato trovato un gran numero di oggetti d’arte, tra cui molti arredi sacri: sembra che negli ultimi tenpi l’antiquariato lo avesse preso fortemente.
Fra gli oggetti trovati nella sua abitazione, dove viveva col figlio Marco di 9 anni, insieme a oggetti di valore c’erano autentiche bisonate. E’ possibile che il professionista ragusano si sia trovato, in un modo o nell’altro, coinvolto in pochi chiari giri di traffico di oggetti d’arte che si svolgono in provincia, forse anche solo come acquirente.
Ma tutto ciò, fino a questo momento, a oltre due giorni dal delitto, rientra nel novero delle ipotesi. L’ing. Tumino certo conosceva l’assassino o gli assassini, tanto da recarsi con lui, o con loro, sulla propria auto. Si dice anche che avesse amicizie particolari su cui si indaga. Ragusa è scioccata dal delitto. Tutti si chiedono chi possa aver avuto interesse a togliere di mezzo il noto professionista. Il capoluogo ibleo non è abituato a delitti di questo tipo e la popolazione è in preda a comprensibile emozione.
Dalle indagini è possibile che salti fuori qualcosa di grosso, forse al di là delle stesse previsioni.